La canapa nell’industria

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La storia della canapa è molto antica, e comincia ben 8000 anni fa, è stata infatti la prima fibra ad essere utilizzata dall’uomo.
I semi di canapa sono una fonte di cibo, avendo alto contenuto nutritivo, ed è possibile produrci olio e farina.
Viene utilizzata per produrre carta, corde, abbigliamento ed altri tessuti, oltre che essere trasformata in combustibili e materiali bioedili.

Perchè la cannabis è stata illegale?

Tutto iniziò negli anni 30, gli imprenditori americani della carta e del petrolio, affiancati dai politici, erano spaventati dalla diffusione della canapa nell’industria, quindi diffusero sui giornali e tv che la cannabis era una droga demoniaca.
Ed è così che la cannabis prese il nome di marijuana, come veniva chiamata in Messico. La tv era piena di spot in bianco e nero di persone che impazzivano fumando e il popolo così, spaventato da questa “nuova” sostanza, iniziò ad avere pregiudizi. Venne resa illegale la sua coltivazione prima negli Stati Uniti e poi nel resto del mondo.

E fu così che viene usata la benzina invece dell’etanolo, le fibre sintetiche e cotone invece del tessuto in canapa, e tanti ettari di alberi vennero rasi al suono.

E poi?

Nel 1996 la California è stato il primo Stato al mondo a legalizzare la cannabis a scopo terapeutico dopo il periodo proibizionista. Fu così che altri paesi iniziarono a sperimentarne l’uso.
In Italia nel 2006 iniziarono i primi utilizzi medici della cannabis, aumentando così ricerche e studi scentifici.
Nel 2016 ritornò in Italia l’utilizzo della cannabis anche in ambito industriale.

Arriviamo quindi al presente: la canapa ha finalmente ritrovato il suo posto.
Ha ricominciato a essere prodotta per uso tessile con maglie, felpe, borse e addirittura scarpe.
C’è stato uno sviluppo nell’ambito della bio-edilizia, con pannelli isolanti, fibre vegetali per costruire vetri e c’è stato un notevole sviluppo nel settore automobilistico, dove l’auto deve essere composta per l’almeno l’85% di materiale riciclabile.

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